Un'intesa attenzione al fenomeno luminoso costituisce l'elemento di continuità nei dipinti di Mitti, siano essi riconduciibili ad una tradizionale trama paesaggistica od orientati - con maggiore libertà e con esiti di sontuose trasparenze - allo scandaglio di elementi astratti, come scenari prodotti da successivi, reiterati ingrandimenti di una realtà ossevata in controluce. Piantanida ha avviato, a partire dal 1974, il lavoro di ricerca con l'acquerello, tecnica complessa. L'artista ha cercato una propria dimensione, attraveerso il ricorso a una pittura di gesto priva di ogni reticolo graficao sottostante, nel colorismo più libero, con il quale, programmaticamente, forzare il blocco della leziosità per giungere al nucleo stesso della luce per riprodurre,dell'istante atmosferico, il senso di precarietà del tempo, quel suo scivolare verso altri momenti. Come in un sottobosco o in una prateria d'alghe nella quale la luce filtri atttraverso la clorofilla, si diffonfono aliti di verità caleidoscopiche. Tutto, alla fine, sembra evocare, con superfici diafane e ambrate, i soffi luminosamente spirituali dellevetrate gotiche